Storia del Comune

La storia di Villa Verde è legata a quella di tutto il Monte Arci e quindi alla presenza dell'ossidiana. Sono numerose infatti le stazioni litiche e le officine di lavorazione, che attestano la presenza umana sin dai tempi antichi. In tutto il territorio sono presenti diversi nuraghi. Si segnalano in particolare i villaggi prenuragici e nuragici di "Brunk'e s'omu" e quello di "Nurax'e mau", entrambi con torre centrale polilobata, il pozzo sacro in località "Corongiu arrubiu", i pozzi nuragici in località "Su putzu de prau" e "Corongiu arrubiu". Tra i nuraghi minori si segnalano Gergui, Giuali, Su nuraxi e Is cottillas. Il centro storico presenta le caratteristiche tipiche delle case dei centri rurali. Due sono le tipologie edilizie, quella della casa povera e quella della casa a corte, tipicamente associata alla borghesia terriera. Di notevole interesse artistico la chiesa della Beata Vergine Assunta, di recente costruzione, la chiesa di San Sebastiano e quella di San Mauro. Il toponimo Villa Verde è di origine recente e risale al 1954. Fino a questa data il comune prendeva il nome di Bannari (dal latino Balneus, ossia bagno termale). Ancora oggi, a distanza di oltre 50 anni, il comune possiede una sorta di doppia denominazione, la prima ufficiale di Villa Verde e la seconda della "memoria" ossia di Bannari. Territorio Il territorio di Villa Verde è medio collinare con pochi corsi d'acqua a carattere torrentizio e a regime stagionale. Nel territorio si trovano numerose testimonianze storiche e archeologiche tra cui i nuraghi di Truttiris, Brunk'e s'omu, Brunk' e su giganti. Dal punto di vista ambientale sono particolarmente importanti l'area di "Mitza margiani", la sorgente che alimenta anche l'acquedotto comunale con il bosco di lecci, l'area dei prati umidi (paulis), l'area dell'altipiano e il bosco "alto" (lecci e sughere). La flora e la fauna sono quelle caratteristiche dell'area del monte Arci, dove di recente sono stati reintrodotti cervi e daini, che erano scomparsi, mentre tra gli uccelli nidificano in quest'area il falco pellegrino, lo sparviero, l'astore, il gheppio ed il falco grillaio. A dominare è la macchia mediterranea, con prevalenza di erica, mirto, lentisco, viburno e cisto. Economia L'economia è prevalentemente agro-pastorale. Negli ultimi anni sta crescendo l'offerta turistica, grazie alla riscoperta del territorio e delle sue bellezze naturali e archeologiche.

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